GIACOMO DE NUCCIO
Come fare ad essere legare la vita, esistere. Non aspetterò che di trasformarmi Io nascerò di nuovo. (Giacomo 1995)
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QUESTIONE DI CODICI “Aiutate i bambini autistici ad uscire dal loro guscio!”. Così   recita   da   diversi   anni   uno   slogan   che   è   stato   infelicemente   riesumato   in   occasione   della Giornata Internazionale dell’Autismo prossima ventura. Io   che   sono   autistico   mi   sono   chiesto   di   quale   guscio   si   stia   parlando,   che   cosa   sottintenda quella   che   è   chiaramente   una   metafora.   Se   fosse   il   corpo?   Molti   hanno   un   aspetto   niente   male come   il   mio,   perché   mai   dovrebbero   desiderare   di   cambiarlo?   Non   esiste   una   facies   autistica   un colore autistico che ci distinguano e dunque? Sono   giunto   alla   conclusione   che   non   del   corpo,   non   di   un   aspetto   meramente   esteriore   si   parla: non   si   potrebbe   generalizzare.   Guscio=x…   cosa   sostituire   allora   all’incognita   per   trasformare l’equazione   in   una   identità?   Mi   è   venuta   in   mente   certa   letteratura   ormai   superata   sull’autismo: guscio   =   mondo?   Provate   a   rileggere   lo   slogan   secondo   la   suddetta   ipotetica   identità   e   forse   vi irriterete quanto me. Tuttavia,   non   potendo   pensare   che   nel   2007   si   parli   di   autismo   in   certi   termini,   che   si   affermi ancora   e   sempre   il   dogma   del   “mondo”   in   cui   l’autistico   si   rinchiude   in   volontario   isolamento,   ho dedotto   che   per   poter   dare   il   giusto   significato   allo   slogan   non   basta   conoscere   la   lingua   italiana o   le   figure   retoriche   di   cui   è   ricca,   ma   occorre   il   CODICE,   non   universalmente   riconosciuto,   che il    pubblicitario    ha    usato,    altrimenti    il    messaggio,    al    di    là    della    sua    correttezza,    diventa comprensibile solo agli addetti ai lavori. Sono   diventato   indulgente?   Certamente   no,   un   messaggio   su   una   questione   di   grande   rilevanza lanciato   attraverso   i   media   non   può   limitarsi   ad   essere   accattivante,   ma   ho   tentato   di   capire senza dare giudizi aprioristici mai utili, tanto meno se parliamo di autismo. Ogni   persona   autistica   ha   un   proprio   codice   comunicativo,   quello   che   la   sua   condizione,   spesso attraverso   sforzi   inumani,   le   consente,   e,   se   veramente   l’altro   vuole   comprenderla   e   aiutarla,   è   di tale   codice   che   deve   faticosamente   appropriarsi,   senza   lasciare   spazio   a   pregiudizi   e   luoghi comuni. Mission impossible? Provare per credere! Giacomo De Nuccio – Agosto 2007 Per gentile concessione di “Cicoria” - pubblicazione quadrimestrale della Associazione “via Montereale” - Pordenone
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