GIACOMO DE NUCCIO
Come fare ad essere legare la vita, esistere. Non aspetterò che di trasformarmi Io nascerò di nuovo. (Giacomo 1995)
Esame di Laurea Triennale di Giacomo De Nuccio Tesi: IL MALE IMMAGINATO: fenomenologia e fascino del male nella                     Gerusalemme Liberata Relatore: Ch.mo Prof. Sergio Zatti
Presentazione del  Relatore.
E' raro trovare uno studente tanto appassionato del suo oggetto di studio. Bisogna   aggiungere   che   qui   la   passione   è   messa   al   servizio   di   una   intelligenza   che si applica con grande acume all'analisi del testo. Sulla   base   di   una   comune   passione   tassiana,   abbiamo   scelto   insieme,   Giacomo   ed io,   un   argomento.   Io   al   tempo   mi   occupavo   dell'organizzazione   del   Convegno   "Il piacere   del   Male"      in   cui   si   affrontava   la   modernissima   rappresentazione   tassiana di Satana. Giacomo   ha   preso   spunto   per   un   argomento   che   voleva   estendere   a   tutto   il   testo del   poema   tassiano   e   ai   personaggi   la   problematica   che   in   Satana   trova   la   sua espressione più forte, più nuova e più moderna. Non solo Satana, dunque ma anche Armida, Solimano,  ... Il    titolo    "    IL    MALE    IMMAGINATO:    fenomenologia    e    fascino    del    male    nella Gerusalemme   Liberata"   evidenzia   non   solo   la   rilevazione   di   un   fenomeno,   il   male, ma anche il fascino di questo fenomeno. L'attrazione      scandalosa   dell'avversario   è   tanto   più   sorprendente   se   pensiamo   che si   parla   di   colui   che   Dante   aveva   cacciato   nel   fondo   dell'Inferno   e   invece   qui   Tasso non   nega   Satana   nè   la   potenza   della   sua   seduzione   e   Giacomo   ha   esteso   questo tema,   cioè   la   rilevanza   del   tema   del   male,   con   un   escursus   anche   interessante, nei   limiti   in   cui   si   deve   calibrare   una   tesi   triennale,   sul   pensiero   occidentale riguardo   al   tema   del   male   in   una   analisi   che   parte   da   sant'Agostino   e   è   può arrivare   ad   Hannah   Arendt.      Ma   qui   non   siamo   nei   toni   filosofici   o   religiosi,   siamo nei   toni   della   letteratura   e   la   letteratura   entra   in   campo   potentemente   con   le   sue contraddizioni e le sue ambivalenze. Quello   che   viene   messo   in   luce   in   Satana,   ma   anche   in   altri   personaggi   della   GL,   è che   Satana   è   orrore   ma   maestà   ,   solennità:      il   nemico   è   pieno   di   fascino.   Allora   si può   andare   a   cercare   ...   facendo   entrare,   come   ha   fatto   Giacomo   nella   sua riflessione,    da    un    lato    l'erranza    cavalleresca,    la    dimensione    del    dissenso,    la dimensione   dell'eterodossia   o   dell'eresia   anche,   gli   amori   illeciti,   e   poi   ancora   il male   del   corpo,   la   patologia,   la   follia,   quella   che   il   Tasso   visse      sulla   sua   stessa pelle,   da   mettere   in   correlazione   con   la   rappresentanza   del   genio.   Leopardi   e Tasso    sono    due    grandi    rappresentanti        nella    letteratura    italiana    di    questa sofferenza che in modo misteriosi si lega alla presenza del genio. Ma   la   novità   sta   in   questa   rappresentazione   del   male   che   è   anche   fascino,   che   fa appello    alla    simpatia    e    alla    solidarietà    del    lettore,    ancora    più    scandalosa    e sorprendente   perché   da   parte   di   un   poeta   cristiano   che   entra   in   contraddizione con   se   stesso.   E'   la   prima   grande   rappresentazione   del   male   nella   letteratura italiana   in   aperta   complicità   con   Satana,   è   uno   stare   più   dalla   parte   del   Diavolo che da quella di Dio. Incredibile contraddizione in un poeta cristiano. Sappiamo che su questa linea il Diavolo farà molti pregressi verso la modernità. Un   altro   grande   scrittore   sarà   Milton,   Satana   è   l'eroe   del   suo   Paradise   Lost,   di   lui Blake disse: "E' del partito del Diavolo senza saperlo". E   poi   ancora   Giacomo   ripercorre   tutta   quella   trascendenza   di   Satana   che   è   stata illustrata   da   Mario   Praz      negli   anni   '30   che   dice   che   i   grandi   banditi   romantici   non sono che gli eredi moderni e secolarizzati di questo Satana. Naturalmente   interrogandosi   sulle   ragioni   di   questo   fascino,   Giacomo   chiama   in causa   la   psicologia   del   profondo,   l'inconscio   freudiano   che   è   una   delle   risposte possibili alla domanda che lui si è posta.
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